Svanire è un’indagine, un percorso e soprattutto un racconto. Se narrare ha un che di definitivo, raccontare è sempre, al contrario, un tentativo, che pur appoggiandosi a un inizio, a uno sviluppo e a una conclusione, fa i conti con il mistero e con il divenire. Vox, il protagonista, parte da un assunto — “il mio corpo non funziona” — e da una domanda —“ e se lo buttassi via?” e su questi struttura un’indagine intima e sociale attraverso il suo disturbo d’ansia e il panico che paralizza le sue giornate.
Questo percorso si svolge in tre quadri, Microzia, Collasso e Sommità, che si configurano come allegorie degli avvicendamenti più interni di Vox, del suo vissuto, e soprattutto della sua indagine, in cui tre personaggi agiscono al contempo come interposti corpi del protagonista e come individualità poste in situazioni estremamente quotidiane: M, in Microzia, fa i conti con lo sguardo invasivo degli Altri sul figlio nato con una malformazione all’orecchio, all’interno di una stanza d’ospedale; in Collasso, i tre personaggi si ritrovano sulla banchina di una metropolitana, abbandonati e abbandonanti, sul margine della linea gialla delle loro vite; in Sommità, Q non riesce a raggiungere l’olio di Argan posto molto in alto sullo scaffale di un supermercato e chiede disperatamente aiuto alle ombre che attraversano la corsia.
Il racconto di Vox scorre lateralmente ai quadri, come fosse un osservatore troppo concentrato su stesso, in un gioco di immersione ed emersione da sé e dalle situazioni descritte. Gli Altri, invece, rappresentano il tessuto sociale da cui Vox si è ritirato e con il quale i personaggi entrano in conflitto, tra la volontà di essere notati e quella di non essere visti. Allo stesso modo il protagonista arriva alla fine del proprio racconto, rilanciando la domanda iniziale, provando davvero, per un minuto, a svanire. Ma è questo quello che vuole? E soprattutto, è questa la soluzione?
Dall’ auto fiction e il documentarismo di Vox, il testo procede per immagini fortemente simboliche e scambi grotteschi tra i personaggi, che si sforzano di abbassare l’esistenzialismo alla vita di tutti i giorni, a brutalizzarlo, a imbruttirlo, a farne violentemente e teneramente una questione di vita o di morte.
Giuseppe Pipino
Performer Katya Borovskaya, Mirko Donsanto, Anastasiya Dutchak, Andrea Filidei, Federico Rassu, Francesco Romagnoli, Julia Serbin, Eleonora Strobino, Sara Tencheni, Francesco Valli
Sound design Lynn Park , DoYeong Im
Scene e costumi Mattia Amorelli, Gemma Baroni, Marta Galbiati, Mikela Pelivani
Si ringrazia Linqing Yang per la collaborazione alla costruzione delle scene
Spettacolo inserito nella Rassegna Teatrale TESTE INEDITE 2022_VI Edizione
Direzione artistica Tatiana Olear
Coordinamento del progetto Manuel Renga
Giovedì 7 luglio ore 19:45 e ore 21:30
Venerdì 8 luglio ore 16:00 e ore 19:45
Sabato 9 luglio ore 18:00 e ore 21:30
In scena alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
Retro Teatro – via Salasco, 4 Milano
Lo spettacolo è gratuito, la partecipazione è obbligatoria.
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