Alta Luce Teatro, Alzaia Naviglio Grande, Milano, MI, Italia
Il testo di Marani avvolge il lettore e lo spiazza incessantemente, come se volesse giocare a Torello con le nostre emozioni. Da questo accerchiamento ludico e sinistro, che rimanda all’inesorabile stretta di leggi e divieti che spianò la strada all’olocausto, emergono con nitore due pulsioni contrapposte: l’amore per lo sport, per il calcio, e lo sconcerto per la feroce stupidità umana.
La storia di Arpad Weisz è urticante e meravigliosa, in essa convivono l’entusiasmo per un allenatore che ha rivoluzionato “Il giuoco del calcio” e il fastidio destato dal contegno degli italiani e degli europei di fronte allo strisciante antisemitismo che stava ammorbando il continente. Al centro di questo assedio emotivo troviamo una famiglia in fuga, due bambini braccati, rigettati dalla scuola, privati di una lingua, separati dagli amici. La loro storia è lacerante e le loro parole – giunte fino a noi grazie all’acribia di Marani e all’affetto di un bambino che non ha mai dimenticato l’amico di un tempo – pesano come macigni.
L’inesorabile palleggio tra il campo da calcio e il campo di sterminio riverbera nel progetto sonoro del reading che, congiuntamente al testo, reinventa ambienti e vibrazioni per restituire una storia che un silenzio di settant’anni non è riuscito a cancellare.
Reading tratto da Dallo scudetto ad Auschwitz (Matteo Marani, ed. Diarkos)
a cura di MENOVENTI
riduzione del testo e regia di Gianni Farina
con Consuelo Battiston e Beatrice Cevolani
produzione E production
Alta Luce Teatro, Alzaia Naviglio Grande, Milano, MI, Italia
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