Teatro Manzoni, Via Alessandro Manzoni, Milano, MI, Italia
Il teatro come finzione, come strumento per dissimulare la realtà, fa il paio con l’idea di Argante di servirsi della malattia per non affrontare “i dardi dell’atroce fortuna”. Il malato immaginario ha più paura di vivere che di morire, e il suo rifugiarsi nella malattia non è nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che un’esistenza ti mette davanti. La tradizione, commettendo forse una forzatura, ha accomunato la malattia con la vecchiaia, ma Molière lo scrive per sé stesso, quindi per un uomo sui 50 anni. Proprio per queste ragioni un grande attore dell’età di Emilio Solfrizzi, qui guidato dal regista Guglielmo Ferro, potrà restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato: il rifiuto della propria esistenza. La comicità di cui è intriso il capolavoro del geniale drammaturgo, di cui ricorrono i 400 anni dalla nascita, viene così esaltata dall’esplosione di vita che si fa tutt’intorno ad Argante e la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni esilaranti.
Adattamento di Guglielmo Ferro
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Teatro Manzoni, Via Alessandro Manzoni, Milano, MI, Italia
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