«Nella fucina dell’arte la bontà non conta niente».
Antonio Salieri è un uomo pio e generoso, un musicista stimato e famoso, ma Dio ha scelto di far sentire la sua voce nel mondo attraverso quella di un ragazzo scapestrato e irriverente: Wolfgang Amadeus Mozart.
Peter Shaffer inventa un ‘capriccio’ allucinato e sontuoso, un apologo che parla dell’invidia, ma anche dell’ammirazione mista a sgomento che ci prende al cospetto di un genio che supera i confini laboriosi e prevedibili del talento.
La scena è un salone che il delirio di Salieri trasforma in labirinto.
Il ritratto di un passato non più ricomponibile attraverso la ragione, dal quale i personaggi emergono come marionette, vestite dagli abiti di un ‘700 immaginario creato da Antonio Marras, sullo sfondo delle proiezioni fantasmagoriche di una lanterna magica.
Accanto a Ferdinando Bruni (Salieri), Daniele Fedeli, l’attore-rivelazione di Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, nel ruolo di Mozart e una compagnia di interpreti cari al nostro pubblico: Riccardo Buffonini, Matteo de Mojana, Alessandro Lussiana, Ginestra Paladino, Umberto Petranca, Luca Toracca e la giovane Valeria Andreanò.
Una risposta
Spettacolo affascinante, accanto agli eccellenti protagonisti tutto il cast all’altezza dei ruoli, scene e costumi meravigliosi.